Il titolo viene da un convegno a cui partecipai anni fa, che esprime in modo chiaro e lineare la principale difficoltà di tutti i soggetti disgrafici: la fatica di scrivere.
Facciamo innanzitutto una precisazione doverosa: molto spesso sento dire dai genitori che il proprio figlio è disgrafico, mentre in realtà il bambino risulta essere esclusivamente disortografico. Disgrafia non è uguale a Disortografia; in alcuni casi possono essere compresenti, ma sono disordini che coinvolgono abilità e conoscenze differenti. La Disgrafia è una difficoltà che si esprime nella scarsa padronanza del gesto grafico (= brutta calligrafia), mentre la Disortografia riguarda la correttezza nella scrittura di parole (= tanti errori ortografici).
Ovviamente parlare di Disgrafia come una "brutta scrittura" è piuttosto riduttivo, ma rende bene l'idea. Ci sono varie componenti che intervengono a determinare le caratteristiche di una scrittura disgrafica: un tratto grafico irregolare (lettere più grandi/più piccole, tratto più/meno spesso), riprese grafiche con ritocchi (quando le lettere sembrano degli scarabocchi), un tratto grafico tremolante o rigido, una mancata chiusura delle forme arrotondate, una cattiva gestione dello spazio (lettere slegate, unione di parole).
Le cause di questo disturbo possono risiedere in una mancata capacità di coordinazione oculo-motoria, in una cattiva postura (sì, anche stare seduti in posizioni scorrette può contribuire a scrivere male) e, soprattutto, in una prensione dello strumento grafico (pennarello, matita, biro...) poco funzionale. È bene ricordare che queste abilità si acquisiscono già a partire degli ultimi anni di scuola materna, quindi meglio correggere tali abitudini per tempo, proprio per prevenire problemi futuri nell' apprendimento scolastico. Nei casi più conclamati può essere presente una Disprassia motoria generalizzata, per cui è meglio aiutare il bambino inserendolo in percorsi di psicomotricità adeguati e personalizzati prima di un eventuale intervento sul gesto grafico.
È possibile individuare se esistono difficoltà di esecuzione grafica già alla scuola materna: ad esempio, un bambino di 4 anni dovrebbe essere in grado di copiare una croce, mentre un bimbo di 5 anni dovrebbe realizzare facilmente il disegno di una casa stilizzata (quadrato + triangolo).
Crescendo poi, le abilità grafiche evolvono rapidamente, consentendo in terza elementare una scrittura rapida e scorrevole: se a questa fascia d'età sono presenti le caratteristiche disgrafiche sopraelencate è opportuno intervenire tempestivamente per restituire al bambino il piacere di scrivere. Certe volte si consiglia l'uso del computer per superare tali problematiche: è certamente uno strumento importante, ma non può sostituirsi alla propria scrittura. Perché il modo in cui scriviamo esprime la nostra personalità, che è unica e speciale. E così la scrittura.
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